Descrizione
Ottavo appuntamento della rubrica.
Il 4 ottobre 1911 si spegneva il giovane GIULIO CESARE BRAGA figlio di Agostino -sindaco per parecchi anni- e Baccoli Caterina. I genitori gestivano il Ristorante la Scaiola. I suoi fratelli erano Santo, Giovanni e Livia.
Trasferitosi a Roma per approfondire gli studi di ragioneria, Cesarino - come veniva chiamato in famiglia - si spegne dopo breve e fulminea malattia. In suo ricordo la famiglia lascerà una cospicua donazione a favore dell’infanzia nuvolerese.
Proponiamo di seguito il necrologio apparso sul quotidiano “La Sentinella” l’8 ottobre 1911, il giorno seguente il solenne funerale. Ecco il testo:
Ci mandano da Nuvolera: La solenne e commovente manifestazione che tributarono ieri a GIULIO CESARE BRAGA, parenti, amici e conoscenti, ha detto luminosamente quanto e quale rimpianto lasci in ognuno questo giovane che forte della sua bontà, di un raro intelletto, d’un animo elevatissimo, degli entusiasmi che solo la giovinezza conosce, fu dal destino strappato alla vita quando questa gli si prometteva più lusinghiera e radiosa. Oh! Morir giovane! Destino degno. Qualche volta d’invidia. Non è forse come l’ha detto un incantevole poeta “porta seco tutte le sue illusioni, seppellirsi come un Re d’Oriente con le sue pietre preziose ed i suoi tesori, con tutta la fortuna umana? ̋
Ciò è vero, ma è pur vero che chi conobbe questo giovane, lo piange sinceramente, lo piangono i desolati genitori e fratelli. Sia loro dolce in quest’ora di conforto il pensiero che in tanti cuori vive e vivrà l’amaro estinto: l’hanno detto le lacrime silenziose di quanti han recato l’ultimo addio. ̋
La notizia della morte di Giulio Cesare Braga addolora profondamente noi pure; ricordiamo questo giovane timido, studioso e colto, e lo ricordiamo qui, in questa nostra redazione dove qualche volta veniva esitando pur sapendo di trovarvi degli amici, recando un qualche suo scritto che noi accoglievamo con viva simpatia. Alla sua memoria noi dedichiamo commossi un sincero rimpianto, ed alla Famiglia così duramente colpita vorremmo dire una parola di conforto. Se pur fosse possibile il conforto! ̋
Giulio Cesare Braga